San Benedetto da San Fratello detto il Moro: La Vita


San Benedetto da San Fratello - Uomo senza frontiere venerato in tutto il mondo"Comitato

Sito web a cura del "Comitato festeggiamenti San Benedetto il Moro" San Fratello (ME).

I Miracoli compiuti

Benedetto che guarisce un paralitico
Benedetto, per grazia di Gesù, compie tanti e tali miracoli, sia durante la sua vita mortale e ancor più dopo la sua morte, da potere essere senza dubbio definito, come S. Antonio da Padova, un taumaturgo. Benedetto guarisce gli infermi, dopo avere pregato con fervida fede, con un solo segno di croce o con il contatto della sua mano, o ungendo l'infermo con l'olio della lampada che arde dinanzi all'altare della SS. Vergine, e dopo la sua morte, gli ammalati guariscono toccando una sua reliquia e invocandone l'intercessione.
Ha dato la vista ai ciechi, ha raddrizzato gli storpi, ha guarito appestati ed ha ridato la vita a tre morti. Sebbene siano stati centinaia, forse migliaia i miracoli ottenuti per intercessione di Benedetto, qui per brevità ne citiamo solo alcuni, data l'impossibilità di enumerarli tutti.
Un giorno la signora Eleonora, moglie di Angelo Ferro, insieme con le altre amiche, si era recata al convento di S. Maria di Gesù per trovare Benedetto. Dopo avere trascorso la giornata in preghiera e in sante conversazioni con il servo di Dio, la sera nel ritornare a casa con la sua carrozza, a un certo punto i cavalli si imbizzarriscono, si mettono a correre facendo capovolgere la carrozza. La signora Eleonora vede finire sotto la carrozza il piccolo Andrea che teneva in braccio. Ripresasi dallo spavento, va a raccogliere il suo figliolo di cinque mesi che non da più segni di vita. Vani sono i tentativi per rianimarlo. Alle grida di dolore accorre, con i frati del convento, Benedetto al quale l'addolorata madre dice: "Padre, mio figlio è morto, come posso ritornare a casa da mio marito, che non sa neppure che sono venuta qui?"
Non dubitate, soggiunge subito Benedetto, e preso il bambino tra le braccia, gli pone la mano sulla fronte, recita alcune preghiere e dopo lo restituisce alla madre dicendole: "Dategli la pappa." Ma la madre risponde: "Ma padre, i morti non pappano." Benedetto soggiunge: "Non essere incredula, dai la mammella al tuo bambino:" Eleonora ubbidisce, e il fanciullo apre gli occhi e incomincia a succhiare il latte.
Un'altra volta la ruota di un carro era passata sullo stomaco di una certa Lucrezia Di Carlo, che era incinta. Tutti pensarono che la prole fosse morta nel seno della madre. La donna venne condotta da Benedetto il quale la segnò di Croce, recitando alcune preghiere. Tanto bastò perchè Lucrezia fosse guarita da ogni male e a suo tempo desse alla luce una bambina sana e salva.
Il Viceré Marcantonio Colonna, la cui moglie era ammalata in modo grave, mandò a chiamare fra Benedetto che, in compagnia del P. Ignazio da Siracusa, si recò al palazzo del Viceré di Sicilia.
Accolto con grande devozione veniva supplicato dallo stesso Viceré per la guarigione della vice - regina. Benedetto lo esortò a stare di buon animo perchè senza dubbio alcuno la vice - regina sarebbe guarita. Si apprestava a ritornare in convento, quando la vice - regina si alzò del tutto guarita da quella grave infermità.
Una donna idropica, con il ventre straordinariamente gonfio, piangeva inconsolabile dinanzi all'altare della Vergine. Vedendo il nostro Benedetto in orazione presso l'altare maggiore, gli si accostò implorando il soccorso delle sue potenti preghiere. Benedetto le fece il segno della croce e quella rimase all'istante guarita.
Un giorno fra Benedetto, trovandosi alla porta del convento insieme con fra Gregorio da Licata, vide avvicinarsi un povero cieco appoggiato a un bastone e per mezzo di una corda si faceva guidare da un cane. Il povero cieco avvicinatosi a Benedetto, lo implorò che gli facesse la grazia. Benedetto facendo uso delle solite preghiere e del solito segno di croce, subito gli ridiede la vista. Il povero cieco non seppe contenersi e gridò con gioia: Miracolo! Miracolo!. Accorsero i frati e si accertarono con i propri occhi di quanto era successo, ma Benedetto scappò a andò a nascondersi nell'oratorio della montagna. Richiesto poi perchè fosse fuggito, rispose che il cieco era stato guarito dalla Vergine e perciò non voleva che si desse gloria a lui, anziché alla Madonna.
Così sanno operare i santi!!!
Come è stato detto, altri miracoli sono stati operati anche dopo la sua morte.
Diverse centinaia ne furono presentati ai processi, con testimonianze oculari e con i prescritti referti medici.
La Sacra Congregazione dei Riti ne scelse due, anche perchè due soli erano necessari per comprovare la santità di Benedetto.
Ecco quali furono i miracoli prescelti:
  • Il primo miracolo fu quello a beneficio di Francesco Centineo Capizzi, un fanciullo sanfratellano di nove anni. A causa di un proiettile esploso da un fucile, aveva ricevuto nella gola una ferita così grave che respirava dalla trachea perforata anziché dalla bocca. Appena la reliquia di San Benedetto fu posta sulla gola ferita, subito si formò una cicatrice ed il ragazzo guarì. 
Salvatore Centini Capizzi da S. Fratello, non volendo più soffrire il danno materiale che gli procuravano alcuni maiali che erano nell'orto vicino a casa sua, prese lo schioppo e, più per metterli in fuga che per ammazzarne qualcuno, sparò un colpo. Dopo avere sparato sentì dei pianti e delle grida di dolore. Involontariamente il povero Salvatore aveva colpito alla gola il figlio Francesco, di nove anni, trapassandogliela da parte a parte.
Indescrivibile il dolore del povero padre e di tutta la famiglia specialmente quando, chiamati i medici del luogo e dei paesi vicini, appresero che la ferita era mortale e perciò assolutamente incurabile per il grande squarcio che aveva cagionato la palla nell'esofago e nella trachea.
Addolorato il povero Centini, dopo avere saputo che tutti i rimedi umani erano inutili, chiamò P. Placido da Naro, Guardiano del convento di S. Fratello, il quale con la reliquia del servo di Dio benedì il ragazzo toccandogli la stessa ferita. Oh grande miracolo! A quel tocco la ferita venne perfettamente rimarginata e Francesco riprese a parlare, solo rimase una cicatrice, quasi a testimonianza della così miracolosa guarigione.
  • Il secondo miracolo presentato per la canonizzazione, episodio più rilevante, ai fini processuali, è quello di Filippo Scaglione, nato storpio, il quale, assistendo alla processione dei frati che recavano la reliquia di Benedetto presso la Chiesa nuova, appena edificata a San Fratello, guarisce d’improvviso: «et havendo provato a camminare posa benissimo li piedi a terra et sente le gambe forti et consolidati et cammina francamente e lestamente come mai nella sua vita». 
Filippo Scaglione da S. Fratello era nato storpio con tutte e due le gambe paralizzate, tanto che non poteva camminare. Quando doveva andare da un posto all'altro lo faceva strascinandosi carponi, ma non sempre gli riusciva farlo.
Si trovava a letto quando, sotto le finestre di casa sua, passava la processione che conduceva la sacra reliquia del servo di Dio, Benedetto, dono fatto alla chiesa del convento di S. Fratello.
Filippo, che aveva sentito narrare i molti miracoli ottenuti per intercessione del servo di Dio, si sentì fortemente stimolato a implorare la grazia per la sua guarigione.
Si fece trasportare dalla sorella alla finestra e guardando la reliquia che passava, con sentimenti di viva fede, con tutto il cuore chiese la grazia. Mentre così pregava, vide al suo fianco un frate dal volto moro e sospeso in aria, che gli comunicava la completa guarigione. Filippo riconobbe in quel frate il servo di Dio Benedetto, credette alle sue parole, fece la prova di camminare, appoggiò liberamente i piedi, si sentì rassodato nelle gambe, cominciò a camminare prima lentamente e poi speditamente. Si mise a gridare per la gioia, facendo notare a tutti il miracolo operato da Dio per intercessione del suo servo.
Miracoli in "Rosa"
Di notevole impatto anche i miracoli che hanno come protagoniste figure femminili. Su tutti spicca la grazia avuta dalla moglie del medico Rocco Calandra la quale, dopo alcuni giorni di doloroso travaglio per un difficile parto, in punto di morte, viene miracolosamente salvata dalla reliquia del Santo di San Fratello.
Ma credo che ognuno di noi si chiede: oggi Benedetto compie miracoli?
Piuttosto che chiedersi se compie ancora miracoli, perchè non si prega con viva fede, con ardente amore e con rinnovata speranza?
Preghiamo, invochiamo, supplichiamo Benedetto, con fede, con l'animo in grazia di Dio, come egli voleva, e i miracoli per intercessione del Santo Moro si realizzeranno.

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